Con sentenza del 2 maggio 2023, la Corte di Cassazione ha confermato il licenziamento per giusta causa del lavoratore che, dopo aver minacciato e diffamato il datore di lavoro sul gruppo whatsapp dei dipendenti, si era presentato in azienda in stato di alterazione e con un atteggiamento minaccioso, aggressivo e provocatorio, creando agitazione tra i colleghi. Secondo la Cassazione, infatti, una tale condotta integra la fattispecie dell’insubordinazione e rappresenta un notevole inadempimento degli obblighi connessi al rapporto di lavoro.
Foto di Nikita Belokhonov: https://www.pexels.com/it-it/foto/luce-persona-scuro-laptop-5829726/